PERCHÉ DANTE DETESTA FILIPPO IV, DETTO “IL BELLO”?

Filippo IV

Il motivo principale per cui Dante esprime grande dispregio nei confronti di Filippo il Bello consiste soprattutto per la grande avversione di costui nei confronti dell’Ordine dei Cavalieri Templari. Questo malanimo del re di Francia parte da lontano e inizia da dopo il regno di Luigi IX, con una crescente insofferenza della monarchia francese nei confronti dei privilegi dei templari.

Un primo episodio è riferito nella Cronaca del Templare di Tiro. Secondo questa cronaca, nel 1295 Filippo il Bello fece grandi pressioni sul tesoriere del Tempio di Parigi, Jean de la Tour, per ottenere prestito di 400.000 fiorini, mandando su tutte le furie il gran maestro Jacques de Molay. Filippo il Bello aveva una grande necessità di denaro liquido per finanziare le sue imprese militari e faceva ricorso a tutti i prelievi fiscali possibili in modalità assai spregiudicate.

Un altro episodio che peggiorò i rapporti tra Filippo IV e il Tempio avvenne, in seguito, nel 1306, durante una sommossa del popolo, causata dal deprezzamento delle monete e un improvviso aumento dei prezzi. Il re venne addirittura bloccato all’interno del Tempio (dove egli aveva deciso di conservare il suo tesoro). La repressione di questa sommossa fu severa. Filippo rimase molto mortificato dal fatto di essersi trovato in una situazione molto incresciosa e debole di fronte ai templari, che ne avevano garantito l’incolumità all’interno del proprio edificio. Da questa mortificazione sorse probabilmente nell’animo del re un desiderio di rancore e di rivalsa nei confronti del tempio a cui doveva sia l’aiuto economico sia il soccorso fisico. Un regnante così orgoglioso non poteva ammettere di essere debitore di un ordine monastico, tra l’altro assai fidelizzato al suo rivale il papa.

Tra il 1296 e il 1306 era scoppiato un forte conflitto tra il re e Bonifacio VIII. Il tema del contendere era la prevalenza dell’uno sull’altro. Nel 1302 Filippo aveva riunito una riunione a Parigi in cui voleva condizionare e forzare i religiosi francesi a sostenerlo contro Bonifacio VIII, che egli voleva addirittura porre sotto giudizio. Questa forzatura da parte di Filippo portò a una ferma presa di posizione di Jacques de Molay, che contribuì a rancore di Filippo IV nei confronti dei templari.

La vendetta nei confronti dei templari maturò negli anni con tecniche raffinate di spionaggio e costruzione di un dossier accusatorio, molto elaborato. Probabilmente Filippo IV e i suoi collaboratori (come Guillaume de Nogaret) avevano infiltrato alcuni capitoli templari con personaggi che dovevano raccogliere notizie tendenziose e denigratorie a loro carico. Le informazioni, in larga parte menzognere, raccolte da almeno due templari espulsi, Noffo Dei, fiorentino, ed Esquieu de Floryan, francese, già nel 1305 fornirono, con le loro calunnie, la base accusatoria su cui Filippo IV costruì il processo che doveva portare alla fine dell’Ordine templare.

Dante, che, malgrado nella sua epoca cui i mezzi di comunicazione erano certo meno rapidi di oggi, era comunque ben informato sulle vicende dei templari, suoi contemporanei. Il 13 ottobre del 1307, giorno dell’arresto di massa dei templari, Dante aveva iniziato da poco a comporre la Commedia ed ebbe il tempo per esprimere tutto il suo disprezzo verso Filippo IV, persecutore dell’ordine verso il quale il Poeta era fidelizzato.

 

Jacques de Molay

 

 

 

 

 

 

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